ASPETTI GIURIDICI ED ISTITUZIONALI DEL CLIL
La strategia alla base del Trattato di Maastricht è diretta alla promozione dell’intercomprensione tra i cittadini dell’Unione, in quanto equilibrare i fondamentali parametri economici non basta, e per questo ad ogni cittadino europeo deve essere garantita la conoscenza di almeno due lingue europee oltre alla lingua madre (art. 126). In questo modo il senso di cittadinanza e di appartenenza saranno più forti e gli scambi risulteranno facilitati.
L’utilizzo della metodologia CLIL è raccomandata in diversi documenti dell’Unione Europea e, da ultimo, è stata ribadita in occasione della conferenza “L’evoluzione dell’insegnamento in Europa-Il potenziale dell’istruzione plurilingue”, tenutasi a Lussemburgo nel mese di marzo 2005, da parte dei rappresentanti della Commissione Europea, che hanno espresso: “E’ chiaro che i nostri obiettivi di apprendimento delle lingue straniere non saranno raggiunti senza sistemi educativi adeguati. Il CLIL è una soluzione pratica particolarmente efficace”.
Agli stati membri la Commissione Europea in data 22 novembre 2005 propone che adottino piani d’azione nazionali per promuovere il multilinguismo e che intensifichino l’insegnamento di materie scolastiche in una LS. L’apprendimento integrato di lingua e contenuto, CLIL, è adottato sempre più frequentemente in tutta Europa e fornisce notevoli possibilità di esporre gli studenti alle LS nell’ambito del programma scolastico.
Le disposizioni riguardanti tutti i licei nel decreto legislativo n. 226 del 17 ottobre 2005, relativo alla riforma del secondo ciclo, prevedono l’insegnamento di una disciplina non linguistica in lingua inglese; quelle riferite al liceo linguistico prevedono linsegnamento in lingua inglese nonché nella seconda lingua comunitaria di una disciplina non linguistica.